martedì 31 marzo 2009

Facebook pensa in grande si prepara a battere moneta


La comunità web più popolare vuole trasformarsi in un enorme mercato locale. L'annuncio - fatto da uno dei suoi sviluppatori - ha già scatanato le speculazioni. Ma c'è chi invita alla cautela

di ALESSIO BALBI

CON I SUOI 175 milioni di "abitanti", Facebook è ormai una comunità ben più popolosa di molti Stati. E chi pensa che un sito internet, per quando grande, non possa essere paragonato a una nazione, dovrà ricredersi se, come pare, Facebook acquisirà la prerogativa di battere moneta, trasformando un social network di grande successo in un enorme mercato globale.

La notizia l'ha data Gareth Davis, uno degli sviluppatori della compagnia, nel corso di una conferenza sui videogame. Intervenendo al GamesBeat di San Francisco, Davis ha confermato le voci di corridoio secondo le quali Facebook starebbe lavorando sull'idea di mettere a disposizione dei suoi utenti una valuta virtuale. "Ovviamente, si tratta di un'impresa notevole", ha chiarito Davis, "quindi ci vorrà molta attenzione".
L'annuncio ha dato il via alle speculazioni su quali cambiamenti una mossa del genere possa introdurre nel futuro del social network. Ovviamente, la notizia è stata accolta con una certa trepidazione dai numerosi sviluppatori che creano applicazioni per Facebook e che vedrebbero moltiplicate le proprie possibilità di guadagno. Già oggi gli utenti hanno la possibilità di acquistare versioni premium di questi software (in molti casi si tratta di giochi), ma il mercato è limitato dalla necessità di usare una carta di credito anche per piccole transazioni. Una valuta virtuale faciliterebbe i micropagamenti, aumentando le possibilità di guadagno degli sviluppatori. Ma porrebbe inevitabilmente il social network nel mirino del crimine informatico.

Ma c'è chi invita alla cautela: su CNet News, Caroline McCarthy ricorda il precedente del Facebook Wallet, del quale si parlò con insistenza quasi due anni fa. All'epoca sembrava che la compagnia stesse per lanciare da un momento all'altro un suo sistema di pagamento simile a PayPal. Allo scopo era stato assunto un pezzo grosso di Google, Benjamin Ling. Ma poi non se ne fece nulla.

Secondo gli analisti, il mercato mondiale di beni virtuali ha raggiunto il valore di 1,5 miliardi di dollari. Nate nell'ambiente dei giochi di ruolo online, le economie virtuali sono diventate un fenomeno molto popolare con l'esplosione di Second Life la cui moneta, il Linden Dollar, può essere scambiata con dollari reali in base a quotazioni stabilite giorno per giorno in un vero e proprio mercato dei cambi. Si stima che il prodotto interno lordo di Second Life nel 2007 abbia superato i 500 milioni di dollari.


giovedì 26 marzo 2009

La Cina teme YouTube?

Roma - Si tratta solo di speculazioni: la Cina non teme Internet, non teme i cittadini della rete, non teme il flusso di informazioni che permea dalla Grande Muraglia Digitale. Ma non rinuncia a rendere inaccessibile YouTube ai netizen.

La piattaforma di video sharing è da tempo disponibile a singhiozzo per i cittadini della Repubblica Popolare. Obblighi di registrazione volti ad edificare una rete più salutare e civilizzata, operazioni mirate per contenere la disseminazione di clip sobillatorie: la Cina ha mantenuto salda la propria collocazione in testa alla classifica nei Nemici di Internet stilata da Reporters Sans Frontières.

Le segnalazioni sono tornate a convergere nelle scorse ore: server che impiegano troppo tempo a rispondere, connessioni fallite. Le autorità sembrano aver disposto il sequestro del traffico: c'è chi sostiene di non riuscire ad accedere alla piattaforma nemmeno con l'utilizzo di DNS alternativi. Le autorità nicchiano, il Ministero degli Esteri dichiara non sapere alcunché dei blocchi.

Ma assicura che la Cina non ha nulla da temere dalla rete: "molte persone hanno un'impressione sbagliata, credono che il governo cinese abbia paura della rete - ha spiegato Qin Gang, portavoce del Ministro - è esattamente l'opposto". Non si tratta dell'ostentazione della fiducia nei confronti di strumenti e dispositivi legali volti a contenere le ramificazioni dell'informazione e a tutelare l'integrità dell'immagine del paese: i cittadini cinesi connessi - ha argomentato Qin Gang - sono 300 milioni, i blog popolati da netizen della Repubblica Popolare sono oltre 100 milioni, in costante crescita. "La rete cinese è aperta - ha dichiarato - ma necessita di essere regolamentata per legge per prevenire il diffondersi di informazioni che possono attentare alla sicurezza nazionale".

Non è dato sapere con certezza di quali informazioni si tratti, nel caso di YouTube. Le speculazioni sembrano addensarsi intorno ad un video che risale allo scorso anno, diramato su YouTube nei giorni scorsi e che le autorità si sono affrettate a definire frutto di artifici digitali: si tratterebbe di un estratto delle violenze brandite contro cittadini che sostenevano l'indipendenza del Tibet nel corso delle proteste su cui le autorità avevano già tentato di far calare il silenzio. A dimostrazione di ciò sarebbe il blocco altresì imposto su Blip.tv, su cui il video sgradito alle autorità sarebbe comparso nei giorni scorsi. Entrambi i servizi non sono ospitati sul suolo cinese, entrambi i servizi possono sfuggire al quadro normativo locale. Ma non alle interruzioni coatte del traffico.

A confermare c'è Google: il blocco è in atto, ma non se ne conoscono le ragioni. Mountain View assicura di aver sguinzagliato i propri mediatori, nel tentativo di ricomporre la situazione e di ripristinare il servizio. Nel frattempo i cittadini della rete che ricevono email dal servizio assistenza di YouTube sono avvertiti dal gestore del proprio account di posta elettronica: accedere a YouTube è un'operazione "non sicura".

Scritto: Gaia Bottà

Fonte: Punto Informatico

Link Diretto: http://punto-informatico.it/2586127/PI/News/cina-teme-youtube.aspx

domenica 22 marzo 2009

Il ritorno di Renato Soru a Tiscali

Renato Soru fa il suo reingresso nel Consiglio di amministrazione di Tiscali, l'Isp cagliaritano che sta vivendo un momento delicato

In Tiscali torna il suo creatore, Renato Soru, appena reduce da una cocente sconfitta alle regionali in Sardegna, per traghettare l'Isp cagliaritano fuori dalle acque agitate in cui si è incagliato da qualche settimana.

Renato Soru fa il suo reingresso nel Consiglio di amministrazione di Tiscali. Dieci anni dopo il debutto in Borsa, l'Isp cagliaritano, che ha anche attività in Gran Bretagna, grazie all'acquisizione della banda larga di Pipex (fino a poco tempo fa contese da Vodafone e BSkyB di Rupert Murdoch, prima del flop dei negoziati), cerca una via di uscita al delicato momento dovuto alla rinegoziazione del debito.

Soru, azionista al 20% circa (di cui il 17,7% in capo ad un fiduciario), aveva lasciato tutte le cariche in Tiscali nel 2004, da cui si era dimesso prima da Amministratore delegato e poi da presidente, per occuparsi dell'allora ruolo di governatore della regione Sardegna.

Fonte: VNUnet.it

Link Diretto: http://www.vnunet.it/it/vnunet/news/2009/03/20/il_ritorno_di_renato_soru_a_tiscali

giovedì 19 marzo 2009

2009, gli androidi saranno ovunque

Roma - Il 2009 sarà l'anno dell'invasione. Sono questi i termini utilizzati da molte fonti del settore telco per descrivere la sempre più cospicua proliferazione di dispositivi mobile dotati di Android, il sistema operativo marchiato Google. In Italia dovrebbe essere presentato da Tim nelle prossime ore il primo Googlefonino disponibile all'acquisto sul mercato nostrano, ovvero l'HTC G1, ma la stessa società taiwanese che lo produce ha dichiarato l'intenzione di voler introdurre sul mercato internazionale altri dispositivi dotati dello stesso OS entro la fine dell'anno.

La rivelazione sarebbe stata fatta dallo stesso CEO di HTC, Peter Chou, che avrebbe dichiarato durante una conferenza tenutasi a Taipei l'intenzione di rilasciare non meno di tre dispositivi marchiati Android su un totale di circa 20 nuovi modelli che, secondo alcuni rumor, costituiranno l'intero parco telefoni messo dall'azienda sul mercato entro fine anno. Uno di questi sarà sicuramente HTC Magic, conosciuto anche come G2, erede del pioniere G1 e destinato ad arrivare sul mercato nostrano in esclusiva per Vodafone verso aprile.

Al momento l'azienda non ha rilasciato ulteriori dichiarazioni a riguardo, quindi non si sa nulla degli altri due modelli che mancherebbero all'appello qualora le parole di Chou dovessero avere un seguito con fatti concreti. Tornando a far riferimento all'invasione citata in apertura di articolo, sebbene HTC si sia dimostrato il produttore più prolifico, con all'attivo un Googlefonino già piazzato sul mercato e il suo successore in imminente arrivo, il 2009 sarà di certo l'anno della prima volta con Google di altri big del settore, Samsung ed LG su tutti.

Proprio intorno a Samsung si fanno sempre più insistenti le voci che vedono uno smartphone equipaggiato con il sistema operativo del robottino verde già pronto per essere commercializzato. Nonostante il produttore coreano taccia, l'hype intorno ad un connubio già avvenuto tra hardware e software cresce, con tanto di prove: in questi giorni sta letteralmente facendo il giro del web un'immagine rubata in un evento privato organizzato da Samsung, a dire il vero sin troppo poco definita per poterle dare credito, in cui sarebbe raffigurato il frutto del peccato tra le due aziende, con tanto di accenno alle principali specifiche tecniche. Dando per scontato che il cellulare monti Android e sia, per forza di cose un dispositivo touch screen, il primo Samsung marchiato Google sarebbe un quadband EDGE/HSPA/HSUPA con fotocamera posteriore da 3.2 o 5 Mpx, processore da 528MHz, Bluetooth 2.0 e slot per schede microSD.

Nonostante la notizia, in mancanza di conferme ufficiali, vada presa con le pinze, la sensazione corrente è che se quello ritratto nella foto sia nient'altro che un misero fake, l'incarnazione originale e veritiera di Google nel corpo di un Samsung avverrà entro l'inizio dell'estate. Altrettanto decisa ad entrare nel giro di Android, inoltre, sembra LG che ha dichiarato durante il recente WMC di Barcelona l'intenzione di rilasciare il primo smartphone basato sul sistema operativo open source entro giugno, nonché l'intenzione di seguire a ruota il trend del settore portando in dote altri due modelli entro la fine dell'anno. A molti sarebbe piaciuto vedere alla festa anche il talentuoso outsider partorito dalla mente di Ruslan Kogan, ovvero quell'Agora Pro che tanto aveva fatto sperare gli utenti prima di essere costretto a tornare ai box per un restyling tecnico.

Tornando a parlare di HTC, per G1 mancano una manciata di ore fino all'ingresso ufficiale nel mercato italiano: stando a quanto annunciato dall'operatore stesso il 19 di marzo è la data scelta da Tim per presentare al pubblico il dispositivo e per iniziarne la vendita. Il dispositivo sarà venduto ad un prezzo di 429 euro senza alcun vincolo contrattuale o, in alternativa, potrà essere acquistato sottoscrivendo la formula Tutto Incluso di Tim pagando un entry ticket che varia, a seconda del piano scelto, da 0 a 199 euro.

Per chi deciderà di acquistare lo smartphone sottoscrivendo l'offerta Tutto Incluso, Tim propone diverse fasce di prezzo dell'abbonamento mensile, variabili dai 15 ai 180 euro, cui corrisponde un differente entry ticket da pagare per avere il dispositivo e una diversa dotazione dei servizi. Prendendo ad esempio l'opzione Starter, l'utente pagherà G1 ad un prezzo di 199 euro, più altri 15 euro mensili per 24 mesi che comprendono una tariffa di 15 centesimi al minuto verso qualsiasi operatore fisso o mobile, con scatti di 60 secondi e uno scatto alla risposta pari a 19 centesimi. Nell'opzione è fornito anche 1Gb al mese di navigazione web, terminato il quale sarà possibile ottenere un ulteriore Gb di banda al costo aggiuntivo di 10 euro. Per quanto riguarda gli SMS, il costo previsto è di 15 centesimi verso tutti gli operatori.

Curiosamente, come rivelato sul sito di Android-dev.it, la pagina relativa al lancio dello smartphone sul portale di Tim è finita online per qualche ora per poi venire rimossa. Inoltre, sull'home page così come nel motore di ricerca interno sembra non esserci alcuna traccia del dispositivo. Che si tratti di un errore o di un semplice problema tecnico, ulteriori informazioni si avranno soltanto nel corso della conferenza stampa indetta da HTC a Milano che si dovrebbe tenere nelle prossime ore.

di: Vincenzo Gentile

fonte immagine

Fonte: Punto Informatico

Link Diretto: http://punto-informatico.it/2579821/Telefonia/News/2009-androidi-saranno-ovunque.aspx

sabato 14 marzo 2009

Nintendo Ds a quota 100 milioni inseguendo la PlayStation 2

Tanto gli esemplari distribuiti nel mondo della console tascabile giapponese. Ora si prepara ad arginare il pericolo Apple con il nuovo DSi, da aprile nei negozi italiani. L'abbiamo provato in anteprima

di JAIME D'ALESSANDRO


E' UFFICIALE: l'ultima console tascabile della Nintendo, il Ds, ha superato quota 100 milioni di pezzi. Da qualche parte nel mondo, forse a Parigi, Milano, magari New York o Tokyo, venerdì scorso è stato infatti consegnato il 100 milionesimo esemplare. Risultato notevole, considerando che si tratta di una macchina lanciata sul mercato poco più di quattro anni fa. L'obbiettivo adesso è superare la PlayStation 2, che con i suoi 138 milioni di pezzi è ancora la console più venduta al mondo, ponendo fine così al dominio della Sony nel settore dei videogame. Obbiettivo relativamente facile da raggiungere visto che il 3 aprile arriverà in Europa e poi negli Stati Uniti, il DSi.

Terza versione del Ds, che abbiamo avuto modo di provare in anteprima in questi giorni, è apparsa a Tokyo e dintorni a novembre ed è stata già venduta in quasi due milioni di pezzi. Segna una svolta ancora più decisa verso quella forma di interazione semplice e immediata, tanto cara anche ai ragazzi della Apple, divenuta chiave di volta delle strategie e dei successi Nintendo degli ultimi anni. Più sottile e con l'involucro in plastica ruvida, il DSi non ha più lo slot per le cartucce del vecchio Game Boy Advance ma una porta per schede di memoria sd. Entrambi gli schermi poi sono leggermente più ampi, la disposizione di alcuni tasti come quello dell'accensione è cambiata, ma soprattutto ci sono due fotocamere integrate. Una all'interno, fra i due display, e l'altra all'esterno.

Grazie agli scatti catturati con queste due webcam, è possibile divertirsi a manipolare immagini di ogni tipo e di scambiarle poi via wi-fi o sd card. Il DSi ha già istallato un software che permette di intervenire in diverse maniere aggiungendo effetti vari, modificando le espressioni delle persone, cambiando i colori. E' un semplice programma di ritocco fotografico introdotto, la prima volta che viene aperto, da una guida all'uso un po' pedante in puro stile Nintendo. Stesso discorso vale per i file audio registrati con il microfono incorporato, oppure importati attraverso una scheda di memoria. Anche se qui il programma per le modifiche è ancor più basilare e la lunghezza delle registrazioni parecchio limiata. L'idea in ogni caso è quella di permettere alle persone non solo di usare il DSi come un lettore musicale, ma anche di interagire e giocare on i suoni così come con le fotografie. I file ascoltabili però sono solo gli aac, sistema di compressione usato dalla Apple su iTunes per intenderci. Niente mp3 quindi.

Ma sono solo due delle tante applicazioni non legate ai videogame in senso stretto che sarà possibile usare. Non a caso, dopo aver acceso la console e averla configurata, la prima cosa che si nota è il menù a scorrimento orizzontale pieno di caselle da riempire di software. Il tutto grazie a DSi Shop, canale online dove acquistare giochi e programmi vari che sicuramente punteranno molto sull'uso a trecentosessanta gradi delle due fotocamere, oltre al microfono e al tousch screen già presenti nelle prime due versioni. Sorta di "appstore" che nel tempo potrebbe assomigliare sempre più ad iTunes. Del resto i videogame sono le applicazioni più scaricate per iPhone e iPod Touch, piattaforma che di fatto sta entrando in rotta di collisione con quella tascabile della Nintendo. E allora, avranno pensato a Kyoto, meglio correre ai ripari prima che sia troppo tardi.

Ultima nota a proposito del prezzo del DSi, che è al momento in via di definizione. In Giappone viene venduto a 18900 yen, grosso modo 200 euro. Ma si sa, noi europei in genere la tecnologia la dobbiamo pagare sempre di più degli altri. E poco c'entrano le fluttuazioni della moneta giapponese rispetto alla nostra o le tasse. La speranza però è che almeno la Nintendo non ripeta quanto fatto con il Wii. Console lanciata in Italia, inspiegabilmente, a 10 euro in più rispetto alla maggior parte degli altri Paesi europei.



sabato 7 marzo 2009

Windows 7 permetterà la disattivazione di IE8


Una modifica consentirebbe di eliminare l'eseguibile di Internet Explorer 8. Possibile tentativo di venire incontro alle eventuali richieste dell'Unione Europea

Windows 7 potrebbe consentire la disattivazione di Internet Explorer 8. E' questo ciò che è emerso durante i primi test dell'ultima versione di anteprima del nuovo sistema operativo di Microsoft al momento disponibile (build 7048).Accedendo al pannello di controllo di Windows 7 quindi facendo doppio clic sull'icona "Windows features", il sistema operativo permetterà di inibire la possibilità, per l'utente, di utilizzare Internet Explorer 8.

Non si tratterebbe comunque di una rimozione completa: il browser di Microsoft da anni affonda le proprie radici nel sistema operativo. La funzionalità proposta da Windows 7, quindi, si limiterebbe ad eliminare soltanto l'eseguibile di Internet Explorer 8.

La modifica potrebbe essere stata applicata per tentare di venire incontro alle eventuali richieste dell'Unione Europea. Secondo Opera Software, l'integrazione del browser del colosso di Redmond all'interno del sistema operativo renderebbe difficoltosa l'interoperabilità non seguendo standard web ormai accettati e taglierebbe le gambe alle società che sviluppano browser web alternativi. La domanda avanzata dalla norvegese Opera alla Commissione Europea consiste nell'"obbligare Microsoft a scindere Internet Explorer da Windows e/o acconsentire alla preinstallazione di browser alternativi sul sistema".In ambito europeo, a fianco di Opera si sono recentemente schierate anche Mozilla e Google.
Fonte: 01net.it

lunedì 2 marzo 2009

La Privacy secondo Microsoft


Il sito dedicato al mondo delle Pmi si arricchisce di una nuova area. C'è anche il check up gratuito

Microsoft dà il via alla campagna per la privacy con un'iniziativa che accompagnerà lo sviluppo di un'area che riceve continua linfa dai pronunciamenti del garante della privacy come l'ultimo relativo agli amministratori di sistema.

MxP, Microsoft per la Privacy, punta a offrire alle aziende italiane strumenti e conoscenza a supporto di un argomento particolarmente sentito dalle imprese alle prese con i dipendenti che navigano su Facebook, la gestione della sicurezza e tutte le questioni connesse all'argomento come la cancellazione dei dati sui pc da rottamare.

MxP si concretizza in una nuova area del sito Microsoft dedicato al mondo delle piccole e medie imprese dove è possibile scaricare e personalizzare un disciplinare interno (il regolamento informatico) che regolamenti l'utilizzo delle risorse Ict. A disposizione ci sono poi presentazioni destinate alla formazione dei dipendenti con tanto di video esplicativi che affrontano i differenti aspetti della materia.
Un check up gratuito di sicurezza e privacy completa l'offerta del sito che presenta anche le soluzioni tecnologiche firmate Microsoft per affrontare la questione. Per questo il sito mette a disposizione una serie di documenti tecnici e web cast che offrono direttive precise per la configurazione dei prodotti.

Fonte: 01net.it

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