mercoledì 29 ottobre 2008

Microsoft Office Web: produttività completamente online


“Con Office Web Microsoft porta su Internet quasi tutte le funzionalità della sua suite da ufficio”

Dopo le numerose novità relative ai sistemi operativi di cui abbiamo parlato in questa precedente notizia, Microsoft ha anche tolto i veli da Office Web, la prima soluzione di produttività completamente basata su web della casa di Redmond.

L´applicazione online include delle versioni semplificate di Excel, PowerPoint, OneNote e Word che condividono la stessa interfaccia di Office 2007 e permette agli utenti sia di editare che vedere documenti ovunque si trovino avendo a disposizione una connessione Internet a banda larga.

Microsoft ha affermato che le feature presenti in queste versioni del software sono sufficienti a garantire agli utenti un´esperienza consistente e offrire loro accesso a Office anche su dispositivi mobile con funzioni avanzate di navigazione web.
I file potranno essere salvati sia online che offline in modo da poterci lavorare anche senza avere a disposizione una connessione permanente a Internet. Il big di Redmond non ha menzionato in alcun modo quali siano le richieste minime per Office Web, ovvero se sia necessario usare Internet Explorer o Windows affinché la suite funzioni correttamente.

Questa mossa di Microsoft può essere considerata, a nostro avviso, non solo una risposta a Google Documents ma anche un altro passo verso il paradigma Cloud Computing che con Azure Microsoft sembra aver abbracciato a piene mani.Office Web potrà essere disponibile sia come versione free sponsorizzata, sia come versione a pagamento senza nessun tipo di pubblicità al suo interno.


sabato 25 ottobre 2008

itsme, un futuro senza desktop

Niente icone e cartelle. Largo alle storie e ai luoghi della vita reale. Un computer di nuova concezione prodotto in Italia, con la collaborazione dei suoi futuri utenti. Punto Informatico ne parla con gli sviluppatori

Roma - Il desktop, metafora che ormai identifica il concetto stesso di interfaccia grafica, ha circa 30 anni di vita. L'hanno inventata i ricercatori di Xerox, che finirono con alterne vicende per concederne l'utilizzo a Apple. Forse, dice qualcuno, dopo tutto questo tempo è ora di pensare a qualcosa di diverso: e quelli di itsme, startup italiana che nasce da una costola dell'Università Bicocca di Milano, stanno provando proprio a farlo. Con l'aiuto, però, di coloro che in futuro quell'interfaccia dovranno usarla.

"La metafora del desktop su cui si basano i sistemi operativi odierni è ormai datata - racconta a Punto Informatico Giandomenico Sica, direttore delle comunicazioni di itsme - In questi anni abbiamo avuto letteralmente un'esplosione di informazioni da gestire, ma la metafora è rimasta sempre la stessa". Il problema, spiega Sica, è che in alcuni frangenti questo tipo di approccio può rivelarsi inadeguato: "È un problema noto, anche ai player più affermati".

Per questo, ci spiega, molte aziende famose si stanno muovendo. Per trovare un modo di raccogliere e classificare i dati in modo diverso, per trovare un modo di rendere più accessibili le informazioni che ciascuno archivia nel proprio computer: "Basti pensare a Google - prosegue - che ha scelto di potenziare gli algoritmi dei suoi motori di ricerca per migliorare la reperibilità dei dati all'interno di un computer".Nel caso di itsme, invece, si è scelto di seguire un approccio differente: "Nel nostro caso adottiamo una metafora detta venues and stories, vale a dire dei luoghi e delle storie. In questo modo diventa possibile generare dei collegamenti tra singole informazioni in maniera contestualizzata, non ci si trova davanti ai soliti desktop con cartelle ma a veri e propri luoghi delle storie: email, documenti, file, risorse, contatti collegati a quel singolo evento".

L'idea della nuova interfaccia, racconta Sica, è del professor Giorgio De Michelis, già direttore del Dipartimento di Informatica dell'Università Bicocca: "itsme è una azienda giovane, è nata appena nell'aprile del 2008: tuttavia la decisione del professore di tentare di creare questo nuovo tipo di computer - spiega a Punto Informatico lo stesso Sica - è arrivata dopo un anno di confronto con colleghi, investitori e venture capitalist: un confronto necessario a garantire che il sogno si trasformasse in una reale impresa aziendale".

Sì perché itsme, ci tiene a precisare il suo rappresentante, è senz'altro una iniziativa nata nell'orbita di un campus universitario, ma punta a trasformarsi in una solida realtà industriale: al momento allo studio ci sono le interfacce, su cui lavorano spalla a spalla interaction designer e sviluppatori. Una volta completato questo compito si passerà a realizzare il codice vero e proprio dell'applicazione, di cui è previsto un emulatore nel 2009, per poi passare all'integrazione con l'hardware per la creazione di un prototipo entro il 2010.

"Stiamo lavorando alla costruzione di una rete di contatti, in parte già avviati, con una serie di sviluppatori di hardware per dare vita ad un computer vero e proprio - racconta ancora Sica - che poi intendiamo immettere sul mercato". Per la workstation itsme, che costituirà un prodotto unico che comprende interfaccia e hardware, non esistono ancora specifiche precise, ma solo un'idea di massima pronta ad essere modificata in base alle esigenze dei partner e all'andamento del mercato: "A livello progettuale abbiamo definito un dispositivo modulare e mobile, una sorta di iPhone un po' più grande con schermo da 8 o 9 pollici".

Su questo dispositivo, che nelle forme ricorda vagamente anche i MID (Mobile Internet Device) di recente presentati da Intel, girerà un kernel linux al di sopra del quale verrà costruita la nuova interfaccia. Ed è proprio su quest'ultima che itsme concentra le sue attenzioni, seguendo un approccio cosiddetto top-down nel tentativo di realizzare qualcosa il più possibile rispondente alle esigenze dell'utilizzatore finale.

"Il confronto con i nostri futuri utenti è fondamentale", chiarisce Sica. Per questo itsme ha provveduto a creare una sorta di demo dei primi layout dell'interfaccia, che sono stati mostrati ai visitatori dello SMAU ai quali è stato poi chiesto di compilare un formulario guidato nel quale suggerire se la soluzione mostrata fosse o meno compatibile con le loro esigenze. "È andata molto bene - spiega soddisfatto Sica a Punto Informatico - ci aspettavamo 25 persone al giorno al massimo, ne sono arrivate il doppio".

Ora itsme è pronta a replicare durante il prossimo weekend, al Festival della Creatività di Firenze: "Lì avremo uno stand più grande - prosegue - e tenteremo di riproporre la stessa iniziativa migliorandola un po'". I dati raccolti verranno esaminati con calma a partire dalla prossima settimana, ed entro un paio di mesi verranno messi a disposizione del pubblico su un nuovo sito a forte impronta social in via di ultimazione: "Quello che ci ha lasciato sorpresi - racconta Sica - è stato il fatto che i visitatori, dopo aver visto il filmato, avevano compreso cosa stiamo facendo e sembravano contenti: non ce l'aspettavamo, siamo ancora agli inizi, ma siamo stati felici".
Per questo tipo di soluzione, spiega, "esiste la domanda e l'esigenza". Quanto alle possibilità di successo, "Il mercato delle workstation è enorme. Riuscire ad agganciarne anche solo una minuscola fetta di mercato dell'1 per cento garantirebbe dei risultati impressionanti". Certo, come ogni iniziativa imprenditoriale ha un rischio: "Ma noi cerchiamo di creare interfaccia e interazioni semplici, che facilitino il cambiamento di metafora. E poi - prosegue - i personal computer con sistema operativo Linux hanno già fatto il loro ingresso sul mercato commerciale grazie ai netbook come l'EeePc".

Un'altra precisazione doverosa, continua Sica, è la natura fortemente open source del progetto, che nelle intenzioni di itsme "vivrà grazie alla comunità che saremo stati capaci di crearvi attorno": l'esperienza compiuta allo SMAU e del prossimo Festival della creatività servirà proprio ad entrare in contatto con nuove persone, per far conoscere a loro il progetto e tentare di migliorarlo. L'obiettivo è quello di creare una autentica innovazione che possa migliorare l'interazione tra uomo e macchina: magari con impresso il marchio del made in Italy.

a cura di Luca Annunziata


mercoledì 22 ottobre 2008

Motorola, il Razr V8 tra i 100 oggetti piu' belli del mondo

Il telefonino partecipa al concorso di bellezza Pulchra

(ITnews) - Roma - Il RAZR V8 di Motorola partecipa all’iniziativa Pulchra, primo concorso di bellezza per oggetti che ogni anno seleziona gli articoli che maggiormente meritano di essere conservati propriamente in modo da essere ritrovati e ricordati anche nel futuro.

Tra 100 prodotti selezionati dalla giuria sarà poi il pubblico a determinare quali saranno i 10 oggetti che saranno rinchiusi in una capsula d’acciaio e interrati in piccoli giardini d’autore all’interno di un parco pubblico. Anno dopo anno, nel parco, in superficie, crescerà un mosaico di piccoli giardini d'autore e, sottoterra, crescerà un museo della bellezza artificiale del nostro tempo, accessibile solo agli archeologi che lo troveranno, forse, tra mille anni.

Gli amanti del design di Motorola potranno votare collegandosi al sito http://www.pulchra.org/ e grazie ai loro voti, il RAZR2 V8 , divenuto ormai un’icona nel mondo della telefonia, potrà far parte di un originale sito archeologico nascosto e pronto per essere ritrovato e apprezzato da coloro che lo riporteranno alla luce negli anni a venire. Anche uno dei votanti vincerà il concorso: sarà colui che con il suo voto avrà prefigurato meglio di tutti gli altri i primi dieci posti della classifica generale. In premio riceverà 10.000 euro in gettoni d'oro.

Fonte: ITnews

Link Diretto:
http://www.itnews.it/news/2008/1020190720649/motorola-il-razr-v8-tra-i-100-oggetti-piu-belli-del-mondo.html

lunedì 20 ottobre 2008

"Ora per vivere faccio l'autista ma avrei dovuto vincere il Nobel"


Douglas C. Parker scoprì il gene della medusa fluorescente che è valso il premiodella chimica. Poi gli furono tolti i finanziamenti e si è dovuto riciclare

di KENNETH CHANG

TRA un paio di mesi Roger Tsien e Martin Chalfie saranno a Stoccolma per ricevere il Nobel per la Chimica e 450mila dollari, come premio per aver messo a punto una rivoluzionaria tecnica per studiare le cellule. Ma lo scienziato che ha realizzato la ricerca iniziale, l'individuazione del gene di una medusa che produce una proteina fluorescente, senza la quale il lavoro di Tsien e Chalfie non sarebbe stato possibile, ha lasciato l'attività scientifica.
Douglas Prasher, che nei primi anni '90 lavorava per l'istituto di ricerca Woods Hole Oceanographic Institution del Massachusetts, aveva condotto una ricerca sulla medusa Aequorea victoria e ora fa l'autista per un rivenditore di automobili a Huntsville, Alabama, per 10 dollari l'ora. Dice di non essere invidioso dei premi assegnati a Tsien dell'Università della California a San Diego, a Chalfie della Columbia University e a Osamu Shimomura, il primo scopritore della proteina della medusa nel 1961. Sarà, ma se gli eventi si fossero svolti in maniera diversa, sotto le luci della ribalta a 57 anni avrebbe potuto ritrovarsi proprio lui.

Prasher, biochimico, si interessò agli animali capaci di rendersi fluorescenti. Verso la fine degli anni '80 si rivolse all'Istituto Nazionale della Sanità americano sollecitando dei fondi per individuare il gene della proteina fluorescente. La sua proposta poggiava sull'ipotesi che la proteina avrebbe potuto trovare un'applicazione pratica nel rivelare la struttura delle cellule. "Questa sarebbe stata sicuramente una parte del mio progetto di ricerca" spiega Prasher. "Sapevo che avrebbe potuto essere utilizzata come marcatore genetico e che sarebbe stata molto utile, come in effetti si è rivelata". La richiesta fu tuttavia respinta.

Ricevette invece il via libera la proposta presentata alla American cancer society, dove i fondi erano solo biennali. Prasher ebbe comunque la possibilità di pescare migliaia di meduse nelle acque dei Friday Harbor, nello Stato di Washington. E alla fine isolò il gene.

A quel punto però lo scienziato smise di lavorare volentieri al Woods Hole. Invece di cercare un impiego stabile - convinto che sarebbe stato respinto - cercò un altro lavoro abbandonando le meduse. Fu poi contattato separatamente da Chalfie e Tsien per il gene che aveva individuato. Prasher generosamente lo cedette a loro prima di andare a lavorare per il dipartimento dell'Agricoltura. In seguito si trasferì a Huntsville come collaboratore esterno della Nasa. Era un lavoro che gli piaceva moltissimo. Essendo però la missione su Marte ipotetica e lontana ancora una decina di anni, la Nasa tolse i finanziamenti e lasciò Prasher senza lavoro. Dopo un anno di disoccupazione, nell'ultimo anno e mezzo è diventato autista per il rivenditore Toyota Bill Penney.

Dopo l'annuncio del Nobel per la Chimica, la settimana scorsa, diversi media sono andati a scovare Prasher a Huntsville. A tutti l'ex ricercatore ha risposto che non si sarebbe sentito a suo agio se fosse stato incluso tra i vincitori del Nobel. "Altri lo avrebbero meritato molto più di me" dice. "È normale che ci siano persone che lavorano con enormi sacrifici, dedicando la loro vita alla scienza, senza ricevere il Nobel".
(Copyright The New York Times, 2008. Traduzione di Guiomar Parada)



sabato 18 ottobre 2008

Intel porta i suoi SSD sui server


Roma - Dopo aver introdotto la famiglia di dischi a stato solido (SSD) X-25M, rivolta ai notebook e alla fascia del mercato consumer, Intel ha ora lanciato i suoi primi modelli di SSD rivolti al segmento enterprise.

La nuova famiglia di drive flash, battezzata X-25E Extreme, corteggia i server, le workstation e i sistemi di storage, e differisce dalla X-25M per una sola ma importante caratteristica: l'utilizzo di chip NAND flash di tipo SLC (Single-Level Cell) al posto dei più economici (e lenti) MLC (Multi-Level Cell). Per il resto, i nuovi SSD condividono le stesse tecnologie dei modelli consumer: chassis con formato da 2,5 pollici, interfaccia SATA con supporto Native Command Queuing e architettura di memoria NAND a 10 canali.

I chip di memoria SLC utilizzati dai dischi X-25E Extreme sono prodotti con una tecnologia di processo a 50 nanometri e, almeno sulla carta, sono accreditati di velocità sequenziali pari a 250 MB al secondo in lettura e di 170 MB/s in scrittura. Per contro, i drive X-25M forniscono una velocità di scrittura massima di 70 MB/s.

Riducendo l'infrastruttura totale, il raffreddamento e i costi energetici, Intel afferma che le unità SSD possono diminuire di oltre cinque volte i costi complessivi di gestione per le applicazioni di fascia enterprise.

"Le prestazioni dei dischi fissi non sono state al passo con la Legge di Moore," ha dichiarato Kirk Skaugen, GM del Server Platforms Group di Intel. "Le unità SSD ad alte prestazioni di Intel liberano tutta la potenzialità dei più recenti sistemi basati sui processori Intel Xeon, aumentando l'affidabilità e al tempo stesso diminuendo i costi complessivi di gestione per una vasta gamma di carichi di lavoro di server e storage".

Intel afferma che i SSD X25-E forniscono valori di input/output per second (IOPS) fino a 100 volte superiori a quelli degli hard disk, e questo grazie ai loro bassissimi tempi di latenza dovuti all'assenza di parti meccaniche.

L'unità da 32 GB, se utilizzata per scrivere 3,7 TB di dati al giorno, ha un tempo stimato di vita di almeno tre anni (circa 4 PB). Il produttore tiene però a precisare che l'utilizzo medio di un disco è generalmente assai inferiore, e di conseguenza ci si deve attendere longevità di parecchi anni.

Attualmente la famiglia X25-E comprende un solo modello con capacità di 32 GB, dal prezzo di 695 dollari, ma per l'inizio del prossimo anno è previsto l'arrivo di una versione da 64 GB.


mercoledì 15 ottobre 2008

Una falla nei servizi online di Google


Le applicazioni online di Google sarebbero vulnerabili ad alcune tipologie di attacco.

Due esperti di sicurezza hanno spiegato che le applicazioni online di Google sarebbero vulnerabili ad alcune tipologie di attacco. GMail, ad esempio, porgerebbe il fianco ad un attacco di "frame injection": in questo caso un aggressore che riuscisse a mettere in pratica, con successo, l'attacco potrebbe divenire in grado di appropriarsi indebitamente delle credenziali di accesso di un qualunque utente.

Adrian Pastor, ricercatore di sicurezza che collabora con GNUCitizen.org, ha pubblicato un codice "proof-of-concept" capace di "inettare" un frame facente riferimento ad una pagina web esterna a Google (visualizzazione, ad esempio, di una pagina di login fasulla) sebbene la barra degli indirizzi del browser contenui a mostrare l'indicazione del dominio google.com.

Come spesso accade in questi casi, si ha a che fare con una "svista" nell'analisi del contenuto dei parametri presenti negli URL. Pastor ha pubblicato una dimostrazione, definita dal ricercatore "poco elegante", che sfrutta il servizio Google Images per mostrare una pagina di login Google GMail fasulla: inserendo username e password, questi verrebbero immediatamente carpiti dall'utente malintenzionato che avesse allestito una pagina web simile.

Secondo Aviv Raff, un altro ricercatore molto famoso per le sue scoperte nel campo della sicurezza informatica, il problema affliggerebbe molte applicazioni targate Google tra le quali Maps, Apps e News oltre ad Images e GMail.

Fonte: 01Net.

domenica 12 ottobre 2008

I piu' comuni errori che portano alla perdita ed al furto dei dati


Uno studio globale esamina i rischi comportamentali in base al paese e alla cultura – dall’accesso non autorizzato a strutture e reti alla perdita intenzionale di informazioni aziendali

(ITnews) - Roma - Cisco ha annunciato i risultati di un nuovo studio condotto a livello mondiale e incentrato sulla sicurezza che evidenzia numerose attività pericolose compiute dai dipendenti in grado di minare la sicurezza di un’azienda con la conseguente perdita di informazioni (Data Leakage). Lo studio identifica i più comuni errori commessi dal personale aziendale di tutto il mondo e causa diretta della perdita di dati ed è stata condotta con interviste effettuate a oltre 2.000 impiegati e professionisti di 10 paesi e operanti nell’information technology.

I risultati di tale ricerca mostrano che le azioni pericolose intraprese dai dipendenti possono variare a seconda del paese di appartenenza e della cultura, e offrono alle aziende la possibilità di creare piani specifici per la gestione del rischio per prevenire localmente possibili incidenti. Lo studio, condotto da InsightExpress, è stato commissionato da Cisco con lo scopo di esaminare le implicazioni aziendali legate alla sicurezza e al data leakage (www.cisco.com/go/dlp) in un momento in cui lo stile di vita dei dipendenti e lo spazio di lavoro stanno cambiando radicalmente.

Poiché il concetto di ufficio centrale sta evolvendo verso un modello aziendale distribuito e dipendenti remoti, la linea di demarcazione tra la vita lavorativa e quella personale si fa sempre più sottile. Il coincidere tra vita lavorativa e personale dipende in gran parte dalla proliferazione di dispositivi e applicazioni per la collaborazione utilizzati per entrambi gli aspetti, inclusi telefoni cellulari, computer portatili, applicazioni Web 2.0, supporti video e strumenti sociali.

Questo ambiente lavorativo in continua evoluzione è stato lo scenario di fondo della ricerca che include interviste a 1.000 dipendenti e 1.000 professionisti IT appartenenti a diversi mercati e ad aziende di dimensioni differenti: Stati Uniti, Inghilterra, Francia, Germania, Italia, Giappone, Cina, India, Australia e Brasile. Questi paesi sono stati scelti in quanto rappresentano un’insieme di culture e ambienti sociali diversi, economie emergenti e avviate dipendenti dalla rete e differenti livelli di adozione di Internet.

Fonte: ITnews

Link Diretto: http://www.itnews.it/news/2008/1010191815630/i-piu-comuni-errori-che-portano-alla-perdita-ed-al-furto-dei-dati.html

mercoledì 8 ottobre 2008

Contest Microsoft? I cracker ci si fiondano


Roma - DevSta Challenge è il principale concorso per programmatori organizzato e finanziato da Microsoft in Australia, ideale trampolino di lancio per "maghi del codice" e hacker depositari di conoscenze proibite ma desiderosi di mettere la testa a posto e farsi una famiglia.

Questo almeno in teoria, perché l'edizione 2008 è stata bersagliata da cyber-squatter che si sono burlati del sito del concorso lasciando firme, proclami e messaggi senza senso.

Il tempo per proporre le proprie creazioni è scaduto da qualche ora, e i partecipanti si giocheranno un ricco bottino di premi comprendente, tra le altre cose, un viaggio spesato a Las Vegas e biglietti per il MIX09, un home console Xbox 360 Elite, package Visual Studio assortiti, mouse e tastiere, smartphone Samsung, mega-schermi (sempre Samsung) LCD da 40" e via di questo passo.

Un concorso di tutto rispetto insomma, che però delude alcuni per la scarsa qualità che caratterizzerebbe le partecipazioni, con idee che non vanno molto oltre una calcolatrice software (anzi due) scritta in Visual Basic, un terminale per Twitter, un clone del vecchio classico degli arcade Missile Command e poco, pochissimo altro.

L'interesse suscitato da DevSta 2008, in effetti, è incentrato non già sul codice vero e proprio quanto sull'opera di defacing messa in pratica da ignoti cracker di nazionalità probabilmente turca, che hanno trasformato il sito, nelle ore precedenti allo scadere della timeline per la presentazione dei lavori, in un patchwork di testo disarticolato pieno di "HACKED" a destra e a manca in turco e inglese.

Secondo gli stessi messaggi che hanno malamente sostituito le entry del contest, i gruppi o i cracker coinvolti corrispondono ai nick "Lamedir" e Ov3rlord, di cui si sa ben poco tranne appunto che, almeno nel caso di Lamedir, la autodefinitasi "TERRORIS CREW" usa il turco per i suoi proclami di vittoria sulla sicurezza dei server del gigante di Redmond.Gigante che, naturalmente, non deve aver preso la cosa particolarmente bene. L'atto di cyber-vandalismo è stato ripulito dal sito di DevSta, ma iTWire ha pubblicato un paio di screenshot "a futura memoria" dell'accaduto.

Scritto da: Alfonso Maruccia


domenica 5 ottobre 2008

Pulci, armadilli e patatine, Ecco gli Ig Nobel 2008


TECNOLOGIA & SCIENZA
Harvard, consegnati i premi per le ricerche scientifiche più bizzarre e stravagantiDalle capacità cognitive delle muffe all'efficacia della Coca-Cola come spermicida

di ANDREA BETTINI
ROMA - Una pulce vi ha appena punto. Chi l'avrà portata in casa, il cane o il gatto? Il colpevole, prima o poi, si gratterà e si farà scoprire. È inevitabile. Se però il prurito vi rende nervosi e quindi impazienti, potete prendere un metro e misurare i balzi del piccolo insetto. Se sono di grandi dimensioni l'indiziato numero uno è Fido, perché i suoi parassiti saltano più in alto. A sostenerlo sono tre studiosi francesi, che grazie a questa scoperta ieri sera hanno ricevuto il premio Ig Nobel per la Biologia. Un momento di gloria condiviso con gli autori di altre nove ricerche altrettanto stravaganti. Sono stati loro, all'università statunitense di Harvard, i protagonisti dell'annuale cerimonia dedicata alla scienza più bizzarra, quella che prima fa ridere e poi fa pensare. E tra i vincitori di quest'anno c'è anche un italiano.

Gli Ig Nobel, assegnati da 18 anni dalla rivista "Annals of Improbable Research", sono un'istituzione nel mondo scientifico. Per ritirarli, tra applausi, gag e lanci di aeroplanini di carta, quasi tutti i vincitori sono disposti a partire a proprie spese per gli Usa. Del resto, la consegna non è affidata a persone qualsiasi: ieri sera, ad esempio, sul palco c'era William Lipscomb, premio Nobel per la Chimica nel 1976.

Ad ognuno dei vincitori è stato concessa la possibilità di parlare per 60 secondi. Un'occasione per ringraziare, ma soprattutto per spiegare cosa ha fatto, come lo ha fatto e soprattutto perché. Una domanda, quest'ultima, che in certi casi sorge spontanea. Due brasiliani, ad esempio, hanno ottenuto l'Ig Nobel per l'Archeologia studiando come un armadillo vivo può modificare la disposizione dei reperti in uno scavo archeologico. Tre ricercatori dell'Università del New Mexico hanno analizzato la relazione tra il ciclo ovulatorio di una ballerina di lap dance professionista e la quantità di mance da lei ricevute, meritandosi così l'Ig Nobel per l'Economia. E cosa dire, invece, dei nuovi premi Ig Nobel per la Chimica? Il riconoscimento è andato a due gruppi di ricerca, il primo americano e l'altro di Taiwan, che hanno cercato di capire se la Coca-Cola è un efficace spermicida ottenendo, tra l'altro, risultati diametralmente opposti.

A tenere alta la bandiera dell'Italia, in questa edizione, è stato Massimiliano Zampini dell'Università di Trento, che insieme a Charles Spence di Oxford ha ricevuto l'Ig Nobel per la Nutrizione. La motivazione? I due hanno modificato elettronicamente il suono prodotto da una patatina fritta per far credere alla persona che la stava mangiando che era più fresca e croccante e, alla fine, sono davvero riusciti ad ingannare chi ha partecipato all'esperimento.

A prima vista, alcune delle ricerche vincitrici probabilmente non cambieranno il mondo. La scoperta che certe muffe riescono a trovare il percorso più breve tra due punti all'interno di un labirinto (Ig Nobel per le Scienze Cognitive) o la dimostrazione matematica che in un ammasso di fili si formano inevitabilmente dei nodi (Ig Nobel per la Fisica) potranno difficilmente condurre alla conquista di un Nobel vero. Sognare, per i trionfatori di questa edizione, è comunque lecito. Perché intanto un riconoscimento è già arrivato. E un premio dà sempre una certa soddisfazione. Eccoli, uno per uno.

NUTRIZIONE
Massimiliano Zampini dell'Università di Trento e Charles Spence dell'Università di Oxford, Uk, per aver modificato elettronicamente il suono prodotto da una patatina fritta facendo credere che era più fresca e croccante alla persona che la stava mangiando.

PACE
Commissione federale d'etica per la biotecnologia nel settore non umano della Svizzera e cittadini svizzeri per aver adottato il principio legale che le piante hanno una propria dignità.

ARCHEOLOGIA
Astolfo G. Mello Araujo e José Carlos Marcelino dell'Università di San Paolo, Brasile, per aver misurato come il corso della storia, o almeno il posizionamento dei reperti di uno scavo archeologico, può essere modificato dall'azione di un armadillo vivo.

BIOLOGIA
Marie-Christine Cadiergues, Christel Joubert e Michel Franc dell'Ecole Nationale Veterinaire di Tolosa, Francia, per aver scoperto che le pulci che vivono sui cani possono saltare più in alto di quelle che vivono sui gatti.
MEDICINA
Dan Ariely della Duke University, Usa, per aver dimostrato che i medicinali placebo dal prezzo elevato sono più efficaci di quelli che costano poco.

SCIENZE COGNITIVE
Toshiyuki Nakagaki della Hokkaido University, Giappone, Hiroyasu Yamada di Nagoya, Giappone, Ryo Kobayashi della Hiroshima University, Giappone, Atsushi Tero di Presto JST, Giappone, Akio Ishiguro della Tohoku University, Giappone, e Ágotá Tóth dell'Università di Szeged, Ungheria, per aver scoperto che le muffe che vivono nel fango riescono a trovare il percorso più breve tra due punti all'interno di un labirinto.

ECONOMIA
Geoffrey Miller, Joshua Tybur e Brent Jordan dell'Università del New Mexico, Usa, per aver scoperto che il ciclo ovulatorio di una ballerina di lap dance professionista influisce sulla quantità di mance da lei ricevute.

FISICA
Dorian Raymer della Ocean Observatories Initiative presso la Scripps Institution of Oceanography, Usa, e Douglas Smith della University of California, San Diego, Usa per aver provato matematicamente che ammassi di fili, di capelli o praticamente di qualunque altra cosa si aggroviglieranno inevitabilmente formando dei nodi.

CHIMICA
Sharee A. Umpierre dell'Università di Porto Rico, Joseph A. Hill dei Fertility Centers del New England, (Usa) e Deborah J. Anderson della Boston University School of Medicine and Harvard Medical School Usa, per aver scoperto che la Coca-Cola è un efficace spermicida e Chuang-Ye Hong della Taipei Medical University, Taiwan, C. C. Shieh, P. Wu e B. N. Chiang, di Taiwan, per aver scoperto che non lo è.

LETTERATURA
David Sims della Cass Business School, London, Uk, per il suo studio "Tu, bastardo: un'esplorazione narrativa dell'esperienza dell'indignazione all'interno delle organizzazioni".

Fonte: la Repubblica

Link Diretto:
http://www.repubblica.it/2008/10/sezioni/scienza_e_tecnologia/ignobel-2008/ignobel-2008/ignobel-2008.html

mercoledì 1 ottobre 2008

Beta 2 per Skype 4.0


Una nuova release test, rilasciata seguendo le indicazioni di 350.000 feedback.

Quattro mesi dopo il rilascio della prima beta pubblica di Skype 4.0, arriva il momento della seconda beta. Un nuovo rilascio, figlio di 350.000 feedback ricevuti sia direttamente attraverso il pulsante “give feedback”, sia attraverso blog e sondaggi online. Nella nuova release, Skype ripristina i gruppi di contatto e presenta una serie di modifiche grafiche che riportano al vecchio compact view: più piccolo, risulta però più agevole per chi vuole mantenere attive sia le finestre di conversazione sia quelle di lavoro sul desktop. La beta 2 di Skype 4.0 è scaricabile a questo indirizzo.

Fonte: 01net.

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